Tuesday, May 28, 2013

Suono e silenzio: Apparecchio acustico


Se il silenzio può essere ricercato con accorgimenti e tecnologie come quelle dello stanzino insonorizzato, è anche vero che si può cercare di scappare dal silenzio provocato, ad esempio, dalla sordità. È quello che succede a Julia, protagonista femminile di "Una musica costante", che definisce così la sua situazione:
"È stata una strana transizione fra il mondo dei suoni e quello della sordità (non dell' assenza di suoni, in realtà, perché io sento ogni sorta di rumori, solo che di solito sono quelli sbagliati)." (Una musica costante, 4.3 pag 186)
Se la sordità può costituire un problema per una persona qualsiasi, per un musicista è inimmaginabile pensare di non riuscire più a sentire. Certo, esistono gli apparecchi acustici: composti da microfono, amplificatore e ricettore, riescono ad amplificare il suono trasformato in impulso elettrico e trasportato fino al canale uditivo. Tuttavia, come dice Julia, "È complicato: certe volte mi impedisce di sentire l'altezza giusta dei suoni" (Una musica costante, pag 187) e deve essere sintonizzato su un circuito chiuso.

La sordità di un musicista può apparire contro natura come sostiene Michael: 
"Per me la sua sordità ha infranto un sogno ideale, ma come posso interrogarla con maggiore aggressività? Cosa intende per "rappresentare"? Che segnale di ritorno le mandano le orecchie? Come fa a percepire esattamente quanto sostiene il pedale?" (Una musica costante, 4.11, pag 208).
Non bisogna dimenticare però che Beethoven ha scritto molte delle sue composizioni ormai da sordo, dalla terza sinfonia in poi. Julia per esempio escogita degli accorgimenti per aggirare il problema:
"Quanto alla musica, siccome continuo a far musica da camera, ho imparato a giudicare dall' archetto, dalle dita, dai cambi di posizione, dal visibile levare del respiro, da tutto e da niente, quando suonare e con quale tempo" (Una musica costante, pag 188).

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